L’importanza della sicurezza energetica

L’importanza della sicurezza energetica La sicurezza energetica è cruciale per garantire la continuità dei servizi e la stabilità delle reti elettriche. La mancanza di questo aspetto può portare a blackout, danni alle infrastrutture e rischi per la salute e l’incolumità delle persone. In questo articolo vedremo in cosa consiste la sicurezza energetica, come è legata alla sostenibilità e alle energie rinnovabili e come ABM Technology contribuisce ad assicurarla. Cos’è la sicurezza energetica? Il concetto di sicurezza energetica si riferisce alla disponibilità affidabile di forniture energetiche a prezzi ragionevoli. Essa comprende due aspetti principali: Affidabilità delle forniture (reliability): riguarda la disponibilità fisica e continua dell’energia per gli utenti, senza interruzioni dovute a guasti, calamità naturali o attacchi deliberati alle infrastrutture. Ragionevolezza dei prezzi (affordability): si riferisce alla stabilità e accessibilità dei prezzi delle materie prime, così che l’energia sia disponibile a un costo sostenibile per i consumatori e le imprese.   La sicurezza energetica è fondamentale per il normale funzionamento delle società industrializzate, poiché l’accesso a grandi quantità di energia è un requisito essenziale. La sua mancanza, infatti, potrebbe avere gravi conseguenze, come l’interruzione delle attività produttive e dei servizi primari. Verso l’energia rinnovabile Come accennato, la sicurezza energetica è strettamente legata alla sostenibilità e alla transizione energetica. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2050, gli investimenti in reti elettriche sicure e resilienti dovranno triplicare rispetto ai livelli attuali. Produrre e distribuire energia rinnovabile richiede infatti sistemi di sicurezza più robusti e flessibili, in grado di gestire la variabilità delle fonti e garantire un buon equilibrio tra domanda e offerta.   Monitoraggio e prevenzione   La gestione dei rischi e la prevenzione dei blackout sono due aspetti centrali e fortemente connessi alla sicurezza energetica: mentre la gestione dei rischi può essere un ottimo modo di identificare fattori critici e mitigare problematiche che potrebbero portare a eventuali interruzioni di attività di diversa tipologia, prevenire i blackout aiuta a garantire la continuità dei servizi, l’efficienza e la sicurezza delle reti elettriche.   Il ruolo di ABM Technology   ABM Technology è in prima linea per garantire la sicurezza energetica, offrendo ottime soluzioni per l’elettrificazione e la digitalizzazione: la tecnologia e l’esperienza di ABM nell’ambito della progettazione di impianti e di reti elettriche possono aiutare a migliorare efficienza e produttività, riducendo così i rischi legati a eventuali avarie e i conseguenti danni alle strutture. Inoltre, il monitoraggio intelligente dei consumi e l’intervento tempestivo in caso di anomalie, possono contribuire in modo concreto a prevenire i blackout e a garantire la continuità del servizio, anche in contesti di forte crescita della domanda elettrica. Grazie a queste capacità, ABM Technology si pone come partner affidabile per progetti che richiedono elevati standard di sicurezza energetica.   Una priorità per il futuro   Come abbiamo visto, dunque, la sicurezza energetica è un tema centrale per garantire la continuità dei servizi e la stabilità delle reti elettriche. In più, si tratta di una questione importante per favorire la transizione energetica, considerata la necessità di sistemi robusti, flessibili e ben progettati, indispensabili per supportare questa rivoluzione. Per queste ragioni ABM Technology si impegna a tutelare la sicurezza energetica attraverso le sue soluzioni per l’elettrificazione, la digitalizzazione e i suoi progetti di impiantistica. Gestire i rischi e prepararsi ai guasti è cruciale per garantire il corretto funzionamento delle reti ed evitare problematiche di diverso tipo.

Decreto Case Green: in cosa consiste e cosa comporta?

Decreto Case Green: in cosa consiste e cosa comporta? Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato il controverso decreto Case Green, che mira a rendere gli edifici più sostenibili e a ridurre i consumi energetici. Ma cosa prevede esattamente il decreto e come potrebbe impattare sulle nostre case?   Addio alle classi energetiche: verso una riduzione dei consumi Attualmente, il decreto prevede che le ormai famose classi energetiche (dalla A alla G) siano sostituite da nuovi requisiti che andranno a toccare principalmente gli edifici più vecchi. L’obiettivo è quello di cercare di ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Divieto di installazione caldaie a gas a partire dal 2040 La direttiva prevede, inoltre, la messa al bando delle caldaie a gas metano a partire dal 2040, con un posticipo di 5 anni rispetto alla proposta iniziale della Commissione Europea (che contemplava l’inizio del divieto dal 2035). Tuttavia, già dal 2025 potrebbero essere vietati gli incentivi statali attualmente in vigore per le operazioni di installazione di questa tipologia di impianti. Fotovoltaico: nessun obbligo per gli edifici civili Per il momento non è previsto l’obbligo immediato di installare impianti fotovoltaici negli edifici residenziali di nuova costruzione o in quelli sottoposti a ristrutturazioni integrali. Vincolo che, allo stato attuale, interesserà soltanto gli edifici pubblici e commerciali sopra i 250 m² di superficie. Quanto può costare adeguare la propria abitazione? I costi per adeguare una casa alle nuove direttive possono variare notevolmente in base a diversi fattori, come la metratura, il tipo di interventi necessari e la presenza di incentivi. Secondo i dati raccolti da ENEA per il Superbonus, è possibile stimare una spesa di circa 90.000 euro, anche se questa cifra comprende gli elevati costi di progettazione e burocrazia che, a conti fatti, potrebbero essere notevolmente ridotti. Deroghe e piani nazionali di ristrutturazione È opportuno sottolineare che sono previste delle deroghe per edifici storici, di pregio artistico, di culto, per seconde case e unità immobiliari di piccole dimensioni. Ogni paese dovrà comunque creare un proprio piano nazionale di ristrutturazione, adattando la direttiva alle proprie esigenze specifiche. Nessuna sanzione immediata per i cittadini Al momento non è prevista alcuna sanzione per i cittadini che non adeguano le proprie case entro i tempi stabiliti. L’obiettivo della Commissione Europea è quello di accompagnare i proprietari in questo percorso di transizione energetica, fornendo loro gli strumenti e le agevolazioni necessarie, evitando di adottare un approccio di stampo punitivo o sanzionatorio. Cosa ci aspetta? In conclusione, il decreto Case Green rappresenta una sfida importante per rendere il nostro patrimonio immobiliare più sostenibile. Certamente i costi potrebbero essere significativi, e per questa ragione è importante che gli incentivi e le agevolazioni fiscali vengano adeguati per supportare i proprietari in questo impegnativo processo di modifiche e omologazione. È dunque auspicabile che i governi nazionali, compreso quello italiano, riescano a recepire velocemente la direttiva e mettano in atto piani di ristrutturazione chiari e duraturi nel tempo. Se, per l’occasione, stavi pensando di ridurre i consumi del tuo appartamento o di installare dei pannelli fotovoltaici, rivolgiti pure a noi di ABM Technology!

Bonus fotovoltaico 2024: incentivi per un futuro più sostenibile

Bonus fotovoltaico 2024: incentivi per un futuro più sostenibile Stai pensando di installare un impianto fotovoltaico nella tua abitazione o di rinnovare la tua azienda passando a una fonte energetica sostenibile? Il Bonus fotovoltaico potrebbe essere l’occasione che stavi aspettando: per incentivare l’adozione di sistemi di energia rinnovabile sono state introdotte diverse misure per chi decide di installare i pannelli fotovoltaici sul proprio immobile. Facciamo insieme il punto della situazione e scopriamo quali sono le agevolazioni previste nel corso del 2024 per l’installazione o il rinnovamento di un impianto. Quali sono le principali agevolazioni e chi può richiederle Le detrazioni principali sono il Bonus Fotovoltaico 50% e il Superbonus 70%. Vediamoli un po’ più nel dettaglio: Il Bonus Fotovoltaico 50% permette di recuperare il 50% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di un impianto fotovoltaico, fino a un tetto massimo di 96.000 euro. Questa detrazione viene distribuita su quote annuali di pari importo per la durata di 10 anni. Il Superbonus 70% è disponibile soltanto per coloro che effettuano lavori di ristrutturazione energetica definiti “trainanti” (come ad esempio lavori di coibentazione di pareti, tetti o solai) sull’edificio. L’installazione di un impianto fotovoltaico è inclusa in questa tipologia di interventi. La detrazione che è possibile ottenere è pari al 70%, per una spesa massima di 48.000 euro, e la decurtazione è distribuita su quote identiche per la durata di 10 anni. Ci sono altre opzioni da valutare?   Oltre alle due detrazioni principali ci sono altri incentivi che vale la pena prendere in considerazione. Tra questi:   Il Reddito Energetico 2024 è un fondo che vuole favorire la transizione alle fonti energetiche rinnovabili offrendo un contributo, di competenza regionale, dedicato alle famiglie con una fascia di reddito più bassa: gli incentivi possono essere richiesti dai contribuenti con Isee fino a 15.000 euro e da nuclei familiari con almeno quattro figli e Isee fino a 30.000 euro. È inoltre necessario avere residenza all’interno della regione presso cui viene effettuata la richiesta. Questo contributo, a fondo perduto fino a un massimo di 11.000 euro, non è però cumulabile con altre forme di agevolazione (statali, regionali o europee). Il Bonus ristrutturazione 50% è una detrazione che può essere utilizzata per sostenere le spese di installazione di un impianto fotovoltaico, ma deve necessariamente essere abbinata con altri interventi di ristrutturazione. Il Decreto CER vuole incentivare la creazione di comunità energetiche rinnovabili, le quali si basano proprio sulla condivisione, tra diversi utenti, di energia fotovoltaica (per saperne di più, leggi il nostro articolo sulle CER). Come possono beneficiarne le aziende?   Se invece hai un’azienda e desideri rinnovare i tuoi impianti, puoi usufruire di altri incentivi. Tra questi:   Il programma Transizione 5.0 è rivolto alle imprese che vogliono investire in tecnologie all’avanguardia, compreso il fotovoltaico, e prevede un credito d’imposta fino al 63%. Il Decreto Energia 2024 è una misura che offre incentivi alle aziende che installano impianti per fonti energetiche rinnovabili e introduce notevoli semplificazioni nelle procedure previste, con un significativo snellimento delle pratiche per gli impianti di piccola potenza. Approfitta degli incentivi, passa al fotovoltaico   È importante tenere a mente che per beneficiare di questi bonus bisogna soddisfare degli specifici requisiti e presentare la giusta documentazione. Se vuoi avere maggiori informazioni, e sapere a quali bonus hai diritto, ti consigliamo di rivolgerti a un professionista o consultare il sito dell’Agenzia delle Entrate. Se invece hai già deciso di installare un impianto fotovoltaico, per la tua abitazione o la tua azienda, è ad ABM Technology che devi rivolgerti. Contattaci oggi stesso per una consulenza!

Decreto CER: novità e incentivi per le comunità energetiche

Comunità energetiche: le novità sul decreto CER  Le comunità energetiche rinnovabili stanno emergendo come soluzione innovativa per affrontare le sfide della transizione energetica. Con l’obiettivo di promuovere l’efficienza energetica, l’uso delle fonti rinnovabili e la sostenibilità ambientale, il governo italiano ha adottato una serie di normative e incentivi per sostenere lo sviluppo delle comunità energetiche nel paese. Cosa dice la normativa italiana? Il Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica del 7 dicembre 2023, n. 414, in vigore dal 24 gennaio 2024, ha definito le nuove modalità di concessione di incentivi per le comunità energetiche rinnovabili.  Il provvedimento, noto come Decreto CER, stanzia incentivi per 5,7 miliardi, dei quali 2,2 finanziati con il PNRR, con il fine di promuovere la nascita e lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e dei sistemi di autoconsumo collettivo. CER: la definizione secondo il GSE Una comunità energetica rinnovabile (CER) è un soggetto giuridico i cui soci o membri che hanno potere di controllo all’interno della CER possono essere cittadini, piccole e medie imprese (per le quali la partecipazione alla CER non costituisca l’attività commerciale e industriale principale), enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, le associazioni con personalità giuridica di diritto privato, gli enti di ricerca e formazione, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale, che condividono, tramite i loro consumi, l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti a fonte rinnovabile. L’obiettivo della CER, che la contraddistingue da altre configurazioni di autoconsumo collettivo, è quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri azionisti o membri o alle aree locali in cui opera. Quali sono gli incentivi previsti? Gli incentivi previsti dal decreto sono: un contributo a fondo perduto fino al 40%, finanziato dal PNRR,  rivolto alle comunità i cui impianti sono realizzati nei comuni sotto i cinquemila abitanti.  tariffa incentivante sulla quota di energia prodotta e condivisa dalla comunità energetica.  Come si accede agli incentivi?  Il GSE ha pubblicato le regole operative per accedere agli incentivi, specificando modalità e tempistiche per ottenere il riconoscimento delle agevolazioni finanziarie. Dall’8 aprile 2024 le piattaforme saranno operative per presentare la domanda di ammissione alle tariffe incentivanti e per ricevere i contributi previsti dal PNRR.   

Comunità energetiche rinnovabili: energia green e condivisa

Con la conversione in legge del Decreto Milleproroghe 162/2019, dal 2020 anche in Italia si è iniziato a parlare di comunità energetiche rinnovabili. Un’alternativa promettente per rispondere alle sfide legate al cambiamento climatico, che rivoluziona il modo in cui concepiamo e consumiamo l’energia.    Che cos’è una comunità energetica?  Le comunità energetiche rinnovabili (CER) rappresentano un approccio decentralizzato alla produzione e distribuzione dell’energia. Invece di affidarsi esclusivamente ai grandi fornitori di energia centralizzati, come le utility tradizionali, queste comunità coinvolgono attivamente i residenti locali, le imprese e le istituzioni nella generazione, condivisione e gestione dell’energia. Le CER sono soggetti autonomi, controllati dai soci che risiedono in prossimità dell’impianto di produzione energetica. I soci possono essere: persone fisiche, autorità locali, PMI o amministrazioni comunali. L’obiettivo delle CER  è quello di produrre, scambiare e consumare energia pulita a livello locale e di far partecipare i cittadini alla gestione di un bene comune in maniera attiva e consapevole. Ci sono possono essere diverse tipologie di comunità energetiche: agricole, di quartiere, di paese e così via.  Come funzionano le CER ?  Ogni CER nasce con la costituzione di un’entità legale tra i futuri soci della comunità. Dal momento che lo scopo di una CER  non può essere il profitto, la forma giuridica più utilizzata è quella dell’associazione. Una volta stabilita l’esistenza giuridica della CER, si procede con l’installazione dell’impianto produttivo in prossimità dei consumatori di energia.  L’impianto può essere di proprietà dell’intera comunità, di solo uno o più membri partecipanti o di un soggetto terzo. Le modalità di gestione e le regole di funzionamento delle CER  vengono definite liberamente dai membri con un contratto di diritto privato.    Quali sono i vantaggi?  Una comunità energetica ha benefici per tutti: per i membri della comunità e per le aree in cui vivono e operano. I principali vantaggi sono:  Ambientali. Grazie alle fonti rinnovabili si abbattono le emissioni di CO2  Economici. L’indipendenza energetica si traduce in un immediato risparmio sulla bolletta. Inoltre è possibile guadagnare dai risparmi energetici. Il surplus di energia prodotta e non autoconsumata può essere venduta e diventare fonte di guadagno.  Benefici sociali. La creazione di una comunità che promuove modelli di inclusione e collaborazione ha benefici per il territorio e per le persone che lo abitano. Non solo, le CER sono anche un’ottima occasione per rendere i consumatori più consapevoli e promuovere comportamenti rispettosi dell’ambiente.    Esempi di successo in Italia Le comunità energetiche rappresentano un modo innovativo e sostenibile per gestire e condividere energia a livello locale. In Italia ci sono già alcuni esempi virtuosi:  Energia Agricola a Km0. Una comunità energetica nata in Veneto nel 2018, grazie alla collaborazione di Coldiretti Veneto e ForGreen. Oggi vanta il coinvolgimento di 1253 utenti, tra aziende (principalmente agricole) e privati. Il progetto consente un risparmio di 11140 tonnellate di CO2 in atmosfera, ogni anno. Energy City Hall è la comunità energetica di Magliano Alpi, un paesino in provincia  di Cuneo. Per iniziativa del Comune sono stati installati 2 impianti fotovoltaici per una potenza totale di 40 kW che servono sia edifici pubblici che privati.  A Pinerolo, in provincia di Torino, si trova il primo condominio in Autoconsumo Collettivo. L’edificio condominiale è in grado di coprire i consumi energetici delle abitazioni che lo compongono fino al 90% grazie all’impianto fotovoltaico da 20 kW installato sul tetto. A questo si aggiunge poi un impianto solare termico per la produzione di acqua calda. 

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