Comunità energetiche rinnovabili: energia green e condivisa

Con la conversione in legge del Decreto Milleproroghe 162/2019, dal 2020 anche in Italia si è iniziato a parlare di comunità energetiche rinnovabili. Un’alternativa promettente per rispondere alle sfide legate al cambiamento climatico, che rivoluziona il modo in cui concepiamo e consumiamo l’energia. 

 

Che cos’è una comunità energetica? 

Le comunità energetiche rinnovabili (CER) rappresentano un approccio decentralizzato alla produzione e distribuzione dell’energia. Invece di affidarsi esclusivamente ai grandi fornitori di energia centralizzati, come le utility tradizionali, queste comunità coinvolgono attivamente i residenti locali, le imprese e le istituzioni nella generazione, condivisione e gestione dell’energia.

Le CER sono soggetti autonomi, controllati dai soci che risiedono in prossimità dell’impianto di produzione energetica. I soci possono essere: persone fisiche, autorità locali, PMI o amministrazioni comunali. L’obiettivo delle CER  è quello di produrre, scambiare e consumare energia pulita a livello locale e di far partecipare i cittadini alla gestione di un bene comune in maniera attiva e consapevole. Ci sono possono essere diverse tipologie di comunità energetiche: agricole, di quartiere, di paese e così via. 

Come funzionano le CER ? 

Ogni CER nasce con la costituzione di un’entità legale tra i futuri soci della comunità. Dal momento che lo scopo di una CER  non può essere il profitto, la forma giuridica più utilizzata è quella dell’associazione. Una volta stabilita l’esistenza giuridica della CER, si procede con l’installazione dell’impianto produttivo in prossimità dei consumatori di energia. 

L’impianto può essere di proprietà dell’intera comunità, di solo uno o più membri partecipanti o di un soggetto terzo. Le modalità di gestione e le regole di funzionamento delle CER  vengono definite liberamente dai membri con un contratto di diritto privato

 

Quali sono i vantaggi? 

Una comunità energetica ha benefici per tutti: per i membri della comunità e per le aree in cui vivono e operano. I principali vantaggi sono: 

  • Ambientali. Grazie alle fonti rinnovabili si abbattono le emissioni di CO2 
  • Economici. L’indipendenza energetica si traduce in un immediato risparmio sulla bolletta. Inoltre è possibile guadagnare dai risparmi energetici. Il surplus di energia prodotta e non autoconsumata può essere venduta e diventare fonte di guadagno. 
  • Benefici sociali. La creazione di una comunità che promuove modelli di inclusione e collaborazione ha benefici per il territorio e per le persone che lo abitano. Non solo, le CER sono anche un’ottima occasione per rendere i consumatori più consapevoli e promuovere comportamenti rispettosi dell’ambiente. 

 

Esempi di successo in Italia

Le comunità energetiche rappresentano un modo innovativo e sostenibile per gestire e condividere energia a livello locale. In Italia ci sono già alcuni esempi virtuosi: 

  • Energia Agricola a Km0. Una comunità energetica nata in Veneto nel 2018, grazie alla collaborazione di Coldiretti Veneto e ForGreen. Oggi vanta il coinvolgimento di 1253 utenti, tra aziende (principalmente agricole) e privati. Il progetto consente un risparmio di 11140 tonnellate di CO2 in atmosfera, ogni anno.
  • Energy City Hall è la comunità energetica di Magliano Alpi, un paesino in provincia  di Cuneo. Per iniziativa del Comune sono stati installati 2 impianti fotovoltaici per una potenza totale di 40 kW che servono sia edifici pubblici che privati. 
  • A Pinerolo, in provincia di Torino, si trova il primo condominio in Autoconsumo Collettivo. L’edificio condominiale è in grado di coprire i consumi energetici delle abitazioni che lo compongono fino al 90% grazie all’impianto fotovoltaico da 20 kW installato sul tetto. A questo si aggiunge poi un impianto solare termico per la produzione di acqua calda. 

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